19Aprile2024

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L'umanità degli hospice ed il bisogno di una politica più umana. Lettera di un figlio che ha perso il padre

Fino a tre mesi fa neanche sapevo dell’esistenza e del significato dell’Hospice nel settore medico-ospedaliero, poi la sorte ha voluto che ne venissi a conoscenza nel modo peggiore.
Gli Hospice sono strutture sanitarie residenziali per malati terminali, soprattutto malati di cancro, centri d’accoglienza e ricovero temporaneo in cui il paziente viene accompagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le viva con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile .Trovare un Uomo costretto e umiliato in un letto di incomprensibile sofferenza, soprattutto quando è carne della tua carne e sangue del tuo sangue, è un dolore atroce e un insopportabile senso di impotenza. Avere il supporto di centri come questi per le cure palliative che privilegiano la centralità di pazienti e famiglie nella lotta al dolore, è spesso l’unica, e forse la migliore, risorsa che ti rimane. La forza di un Hospice è quella di avere al suo interno professionisti qualificati e insieme profondamente solidali col dolore e la sofferenza e che accompagnano con umana pietà il malato per un pezzo di strada, l’ultimo, che conduce alla destinazione finale.
Il mio vuole essere non solo il pubblico ringraziamento al dottor Giuseppe Agneta a capo della struttura e a tutti gli operatori dell’Hospice di Stigliano che si sono presi cura di mio padre, aiutando me e la mia famiglia nell’affrontare il più devastante dramma della nostra esistenza, ma anche l’invito alla politica e ai pubblici amministratori a sostenere e potenziare centri simili perché ce n’è un gran bisogno e perché promuovere ed estendere la rete assistenziale degli Hospice e delle cure palliative coinvolge non solo il singolo caso, ma rappresenta inevitabilmente il miglioramento del benessere dell’intera collettività.
Il mio richiamo non vuole essere polemico, ma certo la chiusura del nostro ospedale di Tinchi, a mio parere, non va nella direzione giusta, al contrario la politica deve farsi carico del disagio dei cittadini e dare risposte alle esigenze sia di pubblica sanità che di occupazione. Sono pienamente convinto che la civiltà di un popolo la si riconosce nell’attenzione che ha per la vita umana, dalla nascita alla morte e mai come in questa ultima fase la persona ha bisogno di essere riconosciuta, rispettata ed amata come essere umano, degno di vivere pienamente anche gli ultimi istanti.
Infine un grazie commosso all’intera comunità che ha voluto manifestare la sua vicinanza alla nostra famiglia in ricordo di Caplisc.

Antonio Camardo