Acquedotto Lucano, proclamato stato di agitazione
- Post 08 Settembre 2020
L'elemento di assoluta novità è la "disdetta unilaterale degli accordi in vigore sulla reperibilità" esercitata da parte dell'azienda solo qualche giorno fa.
Un atto che abbiamo stigmatizzato con decisione, che complica non poco il sereno svolgimento di quelle relazioni industriali che, pur faticosamente, avevamo instaurato negli ultimi mesi con grande senso di responsabilità. Le vicende legate alla pandemia in atto avevano non solo ricompattato il fronte sindacale, ma anche comportato una fattiva ed equilibrata dimensione di dialogo con l'azienda nella comune consapevolezza di dover affrontare e risolvere le tante problematiche.
Per senso di responsabilità, come rappresentanti dei lavoratori di questa azienda, abbiamo deciso di consumare il confronto nutrendo, fino all'ultimo, la speranza di una possibile ricomposizione, per noi ovviamente ancorata alla sola eventualità di un ritiro della disdetta unilaterale degli accordi da parte dell'azienda.
Purtroppo i rappresentanti aziendali non hanno modificato la loro posizione, determinando di fatto la rottura del confronto.
È del tutto evidente che a questo punto appare inevitabile l'apertura di una fase di lotta sindacale tesa a riaffermare, in primis, la correttezza delle relazioni. Abbiamo chiaramente e con nettezza giudicato inaccettabile tale atteggiamento, un precedente pericoloso avulso da ogni logica di collaborazione e di abnegazione che i lavoratori di Acquedotto Lucano e i loro rappresentanti hanno sempre mostrato.
Proclamiamo, per quanto accaduto, lo stato di agitazione dei lavoratori con assemblee del personale che programmeremo nei prossimi giorni e la sospensione delle interlocuzioni con l'azienda ad eccezione del comitato per la sicurezza Covid19.
Non smetteremo di difendere la dignità del lavoro e dei lavoratori.
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