05Luglio2024

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Meba: l'orgoglio pisticcese in Val Basento

La Meba compie 35 anni. Ed il traguardo è di quello invidiabili, perché resistere così tanto tempo in Val Basento non è impresa facile, soprattutto dopo il declino della zona industriale, segnato dalla crisi della chimica ed, in seguito, da scelte finalizzate ad un rilancio del sito che non hanno mai prodotto i risultati sperati.
A fronte di tanti investimenti sono arrivate poche assunzioni, ma soprattutto troppo precarie. Incapaci, insomma, di garantire un futuro di stabilità occupazionale.
In questo contesto la Meba (Metalmeccanica del Basento) rappresenta una eccezione virtuosa.
L’azienda è nata nel maggio del 1975 ed è ancora attiva, grazie alla dedizione di piccoli imprenditori locali. Oggi la società è amministrata da Antonio Donnadio, figlio del fondatore, Vincenzo, che da piccolo artigiano locale seppe trasformarsi in vero e proprio imprenditore “La scelta del nome – spiega Antonio Donandio – non fu casuale. Si volle far coincidere l'identità dell'azienda con l'orgoglio di appartenenza a questa terra, nella valle del Basento, che proprio in quegli anni viveva grandi fermenti e nutriva lungimiranti aspettative. Erano infatti gli anni della industrializzazione che portava in questa terra lavoro e sviluppo. Fu proprio in questo contesto che Meba iniziò la sua attività contando sempre sulla forza delle idee, sulle capacità delle proprie risorse, sulla dedizione dei propri collaboratori. Questo è sempre stato il vero patrimonio di Meba, che nel tempo ha saputo conservare, proponendosi sul mercato, spesso reinventandosi attraverso un ripensamento di prodotti e processi, fino alla produzione attuale di porte di sicurezza passiva, di porte blindate e tagliafuoco ad elevato contenuto tecnologico progettuale. Una scelta obbligata per superare gli effetti della drammatica crisi che ha messo in ginocchio, una dopo l'altro, la maggioranza delle aziende della Valbasento”.
Grazie alle capacità imprenditoriali dei titolari di Meba è stato possibile garantire a tantissimi giovani un posto di lavoro stabile e quindi di rimanere nella propria terra, condizione necessaria per mettere su famiglia, acquistare una casa e condurre una vita dignitosa nel luogo di origine.
“Tutto ciò – aggiunge Antonio Donnadio – non è stato semplice. Abbiamo conosciuto da vicino gli effetti delle crisi cicliche e del mercato e quella diretta della Valbasento che ha tradito le aspettative di sviluppo generate in passato. Nonostante tutto, come una quercia battuta dal vento, Meba resiste. E’ un’azienda che produce, funziona, vende ed offre lavoro. Ed è questo il motivo di orgoglio che ci spinge a celebrare con orgoglio questo giorno importante”.
Adesso, però, bisogna restare in guardia per la crisi che inevitabilmente interessa i settori di riferimento e di vendita della stessa Meba, ancora una volta chiamata a scelte intelligenti, oculate ed innovative per resistere alla sfida dei tempi, sempre più selettiva e disseminata di insidie.
Per restare competitivi bisognerà mettersi in discussione e riuscire ad adeguare e ridisegnare il proprio ruolo alle esigenze di un mercato mutevole e selettivo dove a pagare possono essere soprattutto le scelte legate alla qualità dei prodotti ed al loro grado di innovazione.

Roberto D'Alessandro