23Dicembre2024

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Tutti alla corte di 'Mingo il Ribelle'

“Mingo il ribelle”, un libro, una storia. Quella  (la storia) dei “primi”  91 anni di Domenico Giannace, meglio conosciuto come “Ming a logn”, un personaggio che negli ultimi  60 – 70 anni ha fatto parlare di se, parallelamente con le vicende sindacali -politico – amministrative della nostra città.
C’è un documento emblematico che forse, più degli altri, spiega la personalità di  Giannace, come uomo politico appartenente all’allora Partito Comunista Italiano. E’ la lettera  datata maggio 1976 a firma di  Enrico Berlinguer, a lui indirizzata e che lo stesso conserva gelosamente: “Caro Giannace- si legge nella missiva -  Ho ricevuto dettagliate informazioni dai compagni di Toronto, di Detroit e del Quebec per l’attività politica da te svolta per la campagna elettorale tra gli emigrati. Ho appreso inoltre  che tra i lucani in Canada hai grande stima. So inoltre che con il lavoro  svolto hai riscosso grande popolarità tra i compagni del Canada. Mi congratulo ed a nome del PCI ti ringrazio. Ho raccomandato Giuliano Paietta  di accompagnarti  da me appena capiti a Roma. Paietta e Pelliccia mi dicono che in altre campagne elettorali hai svolto buon lavoro anche in Germania. Bravo e Grazie. Ti abbraccio Enrico Berlinguer”.
Di Domenico Giannace, in questi giorni, tra l’altro, si parla appunto, in questo libro fresco di stampa a firma dello storico pisticcese Giuseppe Coniglio, dal titolo “Mingo il ribelle – Storia di un giovane antifascista lucano che si profuse sul territorio nel diffondere gli ideali democratici”. L’opera è stata presentata venerdì 31 luglio nell’atrio di Palazzo Giannatonio a Pisticci e sabato 1 agosto nella sala consiliare di Marconia, alla presenza di tantissimi cittadini e autorità regionali, provinciali e locali. Circa 200 pagine edito dalla  IMD Lucana, in bella veste tipografica, che traccia a grandi linee la vita di un capopopolo della nostra terra proveniente da una modesta ed umile famiglia contadina, conosciuto oltre che come sindacalista, come agguerrito politico, amministratore, sindaco, consigliere comunale, provinciale e regionale nonché candidato alla Camera dei Deputati, dove, anche se non eletto, fu premiato da un  ottimo risultato.
Giannace, che, in tenera età, fu anche la mascotte della Colonia Confinaria di Centro Agricolo, istituita dal fascismo per internare gli avversari più irriducibili del regime, a quell’epoca, fu anche testimone di tante ingiustizie ed abusi che venivano commessi in colonia.
Apprendista carrettiere in quegli anni, fu aggregato ad alcuni militi per prelevare alla stazione di Bernalda i primi due confinati destinati a Centro Agricolo. Fu in quegli anni che conobbe Carlo Porta, Renato Bitossi, il principe Andrea Doria  Pamphilj, primo sindaco di Roma del dopoguerra, Umberto Terracini e tanti altri. Appena dopo la fine del conflitto mondiale, Giannace entra in politica iscritto nel PCI e nel sindacato, Tante le battaglie sostenute nelle lotte contadine per la occupazione delle terre e contro il padronato per cancellare le forme di schiavitù e sfruttamento imposte ai lavoratori e alle lavoratrici. Cosa che gli costò anche un periodo di detenzione nel carcere di  Matera dove conobbe Rocco Scotellaro, sindaco di Tricarico, anche lui detenuto per motivi politici. Giannace ha più volte ricordato i duri giorni di carcere con Scotellaro, insieme a delinquenti comuni, cosa che li umiliò non poco. Giannace continuò con tenacia le sue battaglie politiche diventando poi sindaco di Pisticci nel 1963 quando subentrò a Nicola Cataldo appena eletto alla Camera dei Deputati.
Da qualche anno è stato insignito del titolo di “Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana”, dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, con decreto controfirmato dall’allora  Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Durante le due serate in onore di “Mingo il ribelle”, registrati gli interventi del Presidente della Regione Marcello Pittella: “Con la forza dei suoi 90 anni Giannace è ancora oggi trascinatore di popolo. Un leader autentico. Punto di riferimento della comunità pisticcese. E non  solo”; del sindaco Vito Di Trani:“Mingo, un protagonista indiscusso della storia  del nostro Comune e sicuro riferimento per quelle persone che non si lasciano tentare dalle sirene dell’antipolitica”; di Gabriele Di Mauro che ha ricordato gli anni delle occupazioni delle terre con Mingo protagonista; del già parlamentare Izzo: “Onore e omaggio al “ribelle” del passato”; di  Angelo Tataranni che si lamenta perché nel manifesto di presentazione manca la parola  “compagno”, “un aggettivo che da sempre ha reso fiero Mingo, un personaggio straordinario, bravo anche ad apprendere e studiare nella  “università” del partito”; di Alessandro Vena: “Da te Mingo c’è sempre tanto da imparare”.
Ha concluso l’autore del lavoro, il professor Giuseppe Coniglio, che ha spiegato il perché di questa seconda opera su Giannace. Le conclusioni da parte del protagonista che nel ringraziare tutti in modo toccante ha ricordato l’amata moglie Antonietta che non c’è più,“Aspettava con ansia l’uscita del libro”, e che sicuramente ha guardato dall’alto e con particolare attenzione la speciale serata  che è stata condotta in modo brillante da Maristella D’Alessandro legata da sempre a Mingo da profonda amicizia. Un simpatico apprezzato fuori programma musicale con le note del “Tramonto sull’Adda” del duo di fisarmonica, Dino Iula e Nicola Camardo. Per tutti i presenti un ricco buffet offerto dall’Amministrazione Comunale di Pisticci in piazza dei Caduti.

Michele Selvaggi