Il Dirupo come opportunità, ma occorre superare l’attuale fase di transizione
- Post 14 Marzo 2017
Contemporaneamente, da volontari, come “Imbianchini di Bellezza”, abbiamo aperto un dibattito concreto sul tema: nel nome della partecipazione e delle azioni “dal basso”, ci siamo impegnati a ridare bianco splendore al patrimonio architettonico storico, chiedendo insieme una regolamentazione dell’uso del colore bianco sui prospetti e più in generale delle trasformazioni edilizie che hanno portato, nel tempo, alla scomparsa di tecniche e materiali antichi. Una depauperazione identitaria determinata anche dall’abbandono delle professioni artigiane a favore di quelle imposte da un nuovo modello di sviluppo che guardava al futuro a partire dall’industrializzazione della Valbasento.
Abbiamo iniziato a guardare al centro storico come centro rigeneratore di un complesso sistema di identità storico - culturali - paesaggistiche che dalla collina fino al mare caratterizzano il territorio e che per noi è diventato un laboratorio di sostenibilità. Punto di partenza il bianco, la calce e la tradizione ad essa legata, che gli Imbianchini di Bellezza hanno conosciuto, preparato, applicato e raccontato con il duplice obiettivo di agire sulla sensibilità dei cittadini ed insieme sulle politiche pubbliche affinché il tutto si traducesse in buone pratiche e regole.
E’ nell’agosto del 2015 che alcune delle nostre istanze, accolte favorevolmente dalla Pubblica Amministrazione, sono state recepite nella “Variante Dirupo”, predisposta dall’ingegnere Salvatore Giannace dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Pisticci ed approvata all’unanimità dal consiglio comunale, aprendo una fase di transizione e di interlocuzione con gli altri Enti (fra cui l’Autorità di Bacino) prima della sua approvazione definitiva che ne validi l’efficacia.
La “partecipazione” dei cittadini veniva nello stesso anno normata con l’adozione del cosiddetto regolamento per la cittadinanza attiva, a mezzo del quale si dava valore al contributo che, dal basso, può incidere sullo sviluppo locale costruendo un forte legame tra cittadini e pubblica amministrazione.
Abbiamo indirizzato le nostre attività affinché il messaggio della “Variante” fosse diffuso a più livelli promuovendo incontri pubblici e laboratori urbani finalizzati a costruire i presupposti culturali necessari al cambiamento di rotta, ma dal 10 agosto 2015 di Variante Dirupo e regolamento della cittadinanza attiva si è parlato sempre meno a livello istituzionale. Tanto da parte di chi, ora all’opposizione, ha votato a suo tempo “variante” e “regolamento”, tanto dalla maggioranza, che mostra nelle sue linee programmatiche un vuoto relativamente al Rione Dirupo ed al suo futuro, mancando di specificare indicazioni relative alla linea di azione che si è deciso di intraprendere per attivare nel concreto le potenzialità insite nelle premesse gettate con gli atti propedeutici di cui sopra.
Oggi è quantomai necessario che le istituzioni recepiscano il senso di priorità che questo argomento rappresenta, da tradurre in atti concreti che permettano davvero di superare l’attuale fase di transizione e le contraddizioni che essa porta con sé.
Sul centro storico è tempo di investire davvero innanzitutto in termini di processi normativi da porre alla base di una progettualità politica coerente con le premesse di questi ultimi anni, anche al fine di rendere possibili gli interventi sugli immobili, le residenze e le attività economiche insediate in quell’area. E’ importante, in tal senso, che l’amministrazione espliciti le sue intenzioni relativamente al futuro del Rione Dirupo, mentre la nostra comunità è chiamata ad interagire attraverso forme di partecipazione dal basso così da contribuire concretamente ad un ampio programma di rigenerazione urbana sostenibile.
Imbianchini di Bellezza
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