24Dicembre2024

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Il mare spazza via la spiaggia degli Dei. L'ultima mareggiata ha cancellato interi tratti di arenile

Un altro tratto della “spiaggia degli Dei”, cancellato dalla furia del mare per l’indifferenza dell’uomo. E’ accaduto nella notte tra domenica e lunedì, quando sono bastati pochi nodi di forza all’ennesima violentissima mareggiata per travolgere interi tratti di spiaggia, con gli spazi degli stabilimenti balneari. Si tratta delle zone a sinistra della foce Basento e a destra Bradano (zona Santa Pelagina).
Danni enormi ai lidi “Riva dei Greci”, “Alessidamo”, “Magna Grecia” e “Planet beach”, con strutture minate nelle fondamenta ed a rischio crollo, quindi da mettere in sicurezza. Per fortuna ha retto solo il tratto centrale, circa tre chilometri, dove sono state installate le barriere soffolte. Ma è inutile cantare vittoria, perchè anche quelle sono destinate ad essere travolte, se si continua con la manutenzione praticamente nulla.
Voltando lo sguardo a monte, si vede lo spettro della pineta bruciata dall’incendio del 2017 e praticamente distrutta per metà; oltre 130 ettari inceneriti e mai più ripristinati, a dispetto delle tante buone intenzioni, manifestate nell’immediatezza del drammatico incendio, che minacciò anche campeggi e strutture turistiche.
Un quadro desolante, "un paesaggio lunare", come ci dice sconfortato Nicola Mastromarino, presidente dell’associazione di operatori turistici “Leucippo”, che invoca interventi strutturali a difesa di questo tratto di costa, non solo per il suo potenziale economico e turistico, ma anche e soprattutto per la sua storia millenaria, che rischia di essere cancellata dalle onde con la pesante complicità dell’uomo.
"Noi vediamo minacciato il nostro futuro, a cui si guarda con preoccupazione crescente. Oggi servirebbe un assessorato regionale alla Costa -ci spiega Mastromarino- un ufficio tecnico dedicato solo alla tutela di questo territorio, che dopo tremila anni ci sta scomparendo davanti agli occhi. Non possiamo continuare ad assistere inermi a questa devastazione, macchiandoci del danno di non aver fatto nulla. L’erosione naturale delle coste è un fenomeno noto in tutto il mondo, ma qui a Metaponto ci sono alcuni fattori che negli ultimi anni hanno accellerato notevolmente il problema. Mi riferisco, ad esempio, ai pennelli del vicino porto degli Argonauti, che hanno alterato i movimenti sabbiosi e le correnti. Poi andrebbero fatti studi approfonditi sul prelievo degli inerti nei greti dei fiumi, il cui mancato apporto priva l’area di ripascimento naturale. Vanno rimessi in ordine tutti gli studi fatti sulle opere artificiali realizzate in questa zona; noi non ce l’abbiamo con il porto, ma serve un rimedio al problema".
E le barriere soffolte? "Sono servite solo nel tratto dove sono state installate, ma non si sa per quanto funzioneranno ancora, in totale assenza di manutenzione. Il territorio va difesto tutto -rimarca Mastromarino- e non è solo un problema economico, seppure qua si è fermato il mondo ormai, ma io sarei disposto a rinunciare al mio stabilimento, proseguendo nella battaglia per il territorio. Se vogliamo continuare ad essere “il giardino segreto del mondo”, come ci ha definiti il New York Times, questo problema va affrontato in modo strutturale, altrimenti fra poco non ci sarà più il giardino".
Parole amare, quelle del rappresentante della principale associazione di operatori turistici metapontini, per un fenomeno drammatico che, manco a dirlo, proprio in queste settimane sta interessando anche il vicino lido “Terzo Madonna” a Scanzano. Anche in quel caso a poche centinaia di metri c’è l’insediamento della ex “Ittica Val D’Agri” e il porto di Marinagri. La spiaggia di Metaponto sta scomparendo, servono impegni concreti e strutturati nel tempo, per non perdere una delle perle più belle dello Jonio lucano.

Antonio Corrado
pubblicato su Il Quotidiano del Sud