Pisticci ancora senza linee programmatiche: strumento essenziale per favorire quel cambio di passo tanto auspicato dalla città
- Post 04 Febbraio 2017
Fare esperienza quotidiana della complessità amministrativa espone al rischio di veder depresso in poco tempo quel piglio rivoluzionario e battagliero che caratterizza l’approccio degli schieramenti prima del voto e durante la campagna elettorale. Aspetto peraltro molto presente nella competizione della scorsa primavera.
La consapevolezza ed il peso delle difficoltà giornaliere, tuttavia, non devono schiacciare la spinta positiva e la carica ideale attraverso le quali un soggetto politico è riuscito a vincere essendo più convincente di un altro. Il rischio, infatti, è quello di veder mutare troppo presto la natura di una proposta politica che si afferma come risolutiva e, invece, si ritrova poco dopo a giocare in difesa.
Un altro rischio, peraltro frequente nel tempo in cui amministrare un territorio cittadino ha raggiunto probabilmente l’apice della complessità, è quello di far combaciare l’azione di governo con l’ordinaria amministrazione e la gestione delle emergenze, a discapito di quelle spinte propulsive che alimentavano le ambizioni della nuova proposta politica di turno, premiata anche per questo dagli elettori. Una volta insinuata, questa idea può avere come corollario il convincimento che la bontà del proprio operato vada valutata entro i confini dell’ordinarietà.
Occorre mettersi al riparo da questa prospettiva che finirebbe per eradicare dall’azione di governo cittadino la sua parte più viva e caratterizzante, quella che dovrebbe permettere al territorio di incanalarsi in un rinnovato percorso di risanamento in cui possano nuovamente trovare spazio le aspirazioni di crescita, benessere e rilancio contenute proprio nell’essenza della campagna elettorale.
La rilettura di un articolo pubblicato cinque anni fa su questo sito, in questo senso, è quanto mai attuale.
Oggi come allora chi governa ha impiegato parte del suo tempo (all’epoca un quinto del mandato, oggi, per ora, qualcosa in meno, ma la sostanza del ragionamento resta inalterata) senza rendere note alla comunità le caratteristiche distintive del suo impegno.
Le linee programmatiche hanno, invece, una funzione essenziale alla quale sarebbe buona regola assolvere rapidamente: sono il dispositivo attraverso il quale chi ha il delicato compito di governare parla ai cittadini prendendo precisi impegni connessi alla sfera delle ambizioni e di quei risultati in grado di far emergere la qualità di una gestione politica e le qualità di coloro che ne sono interpreti. La loro definizione rappresenta il modo attraverso il quale un gruppo di governo individua le sue priorità e le modalità di perseguimento.
Sono il metodo che mette al riparo dal rischio di veder coincidere l’azione amministrativa con l’estemporaneità, l’improvvisazione e la gestione dell’emergenza-urgenza, attività pur generose ed utili, che tuttavia da sole non bastano ad attuare quel cambio di passo invocato in primis da chi si candida a guidare la città.
Roberto D'Alessandro
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