'Disservizi, vessazioni e tentativi estorsivi attuati dal Consorzio di Bonifica a danno degli agricoltori e del territorio con la complicità del Governo Regionale'
- Post 27 Aprile 2017
In altri termini, un qualsiasi produttore proprietario o non proprietario di un’azienda agricola servita da impianti irrigui collettivi, riportata nel famigerato elenco dell’utenza morosa (registro delle morti), con la su citata delibera non può usufruire del servizio irriguo, pur volendo pagare in anticipo il relativo canone.
Fatto gravissimo per i risvolti di ordine politico e sociale poiché il bene acqua, quale bene comune verrebbe ad assumere le caratteristiche di un bene privato, monopolizzato dalla Regione e per suo tramite dal Consorzio di Bonifica e dai poteri forti, tra l’altro inquisiti. È a tutti noto lo scandalo E.I.P.L.I. e l’inquinamento delle acque invasate in Basilicata!
Le conseguenze di tale provvedimento si vanno ad aggiungere a tutte le altre imposizioni consortili, e, in particolar modo, al tributo 660 già oggetto di contenzioso fra utenza e Consorzio di Bonifica, poiché ritenuto sproporzionato e irragionevole da parte anche della giurisprudenza (vedi varie sentenze): un’altra vessazione
Se a ciò aggiungiamo poi il disservizio connesso all’erogazione idrica per uso agricolo, ma anche per uso potabile, come le inspiegabili turnazioni, limitazioni di portate, interruzioni di erogazione, mancata sistemazione della rete dei canali di bonifica e abbandono del territorio di competenza consortile, il quadro si completa nella sua massima negatività con conseguenze disastrose sui produttori e sul territorio nella sua interezza. Si è giunti al paradosso, i produttori vogliono comprare l’acqua pagandola in anticipo e l’ENTE si rifiuta di venderla danneggiando sé stesso, i produttori agricoli, quindi l’economia generale.
Vogliamo ricordare in particolar modo a Pittella, all’ Assessore all’Agricoltura che in questa fase gli agricoltori si trovano a scontare le conseguenze negative del calo della domanda interna, il crollo dei prezzi dei prodotti, gli effetti dell’amplificazione dell’ inquinamento connesse alle attività estrattive ed industriali e non meno le imposizioni e le vessazioni del Consorzio di Bonifica e come se non bastasse i tentativi estorsivi da parte di un ente controllato dal Governo Regionale. I produttori agricoli dicono NO! alle politiche di rapina, di abbandono e di vessazione, volute sia dal Governo nazionale che dal Governo Regionale anche attraverso il Consorzio di Bonifica ai danni di chi lavora e produce beni e servizi per sé e per gli altri.
⦁ Sospendere l’efficacia della delibera richiamata a firma del Commissario del Consorzio di Bonifica.
⦁ Sospendere o/e revocare gli atti amministrativi inerenti la riscossione del tributo N°660 e di tutte le pendenze a carico dell’utenza relative al tributo irriguo per le annate precedenti, anche perché molti di essi risultano inesatti e non in linea con la reale situazione.
⦁ Mettere in atto tutte le necessarie iniziative e risorse per dare prospettive ad un mondo che da decenni lavora e produce per l’occupazione, lo sviluppo e il progresso.
⦁ Si chiede alla Magistratura competente di verificare la legittimità degli atti posti in essere dal Consorzio di Bonifica.
Gli interventi sono tanto più necessari quanto urgenti perché fra i produttori agricoli si è determinato uno stato di esasperazione e di disagio che potrebbe sfociare in manifestazioni dagli esiti non prevedibili per i quali Tavolo Verde Basilicata declina ogni responsabilità.
Tavolo Verde Basilicata
Facebook Social Comments