Prove Invalsi: a Marconia c’è chi dice no
- Post 04 Maggio 2015
In un momento di acceso dibattito sul tema della scuola, quest’anno anche un nutrito gruppo di genitori di Marconia alza la voce, schierandosi contro le Prove Invalsi. Genitori che fanno proprie le parole di Silvia Pasqua, una madre torinese che ha spiegato: “Un test come l’Invalsi dovrebbe consentire di misurare i livelli di apprendimento e le competenze acquisite dai bambini e lo scopo dovrebbe essere quello di individuare le scuole che necessitano di interventi specifici e risorse per migliorare la didattica e superare le difficoltà derivanti da molteplici fattori. Al contrario, oggi, il test Invalsi rischia di diventare un sistema “punitivo” per chi “va male” (insegnanti, scuole) e (forse) premiante per chi “va bene”, aumentando di fatto le disuguaglianze”.
“Metodologicamente – ha spiegato ancora Silvia Pasqua – il risultato ottenuto da una classe non può e non deve essere paragonato a quello di un’altra senza adeguati correttivi. Il risultato ottenuto da una classe al test, infatti, può dipendere da mille motivi diversi, che vanno ben al di là della capacità degli insegnanti. Può essere determinato dalle caratteristiche socio-economiche della famiglie degli alunni, piuttosto che dalla localizzazione geografica della scuola o dalla presenza in classe di bambini con difficoltà non certificata o non adeguatamente supportata”.
Per tali motivazioni, come molte altre famiglie in tutta Italia, e con il sostegno dei sindacati, anche i genitori dei bambini della II C di Marconia scelgono di “regalare” ai propri figli due giorni di vacanza, nei giorni 6 e 7 maggio, boicottando le Prove Invalsi, contro una visione di scuola che riteniamo sbagliata e che ci rifiutiamo di subire passivamente.
I genitori degli alunni della classe IIC
scuola primaria “Antonio Gramsci” – Monreale - Marconia
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