Convenzione Pisticci - Bernalda da ritirare per conflitto di interessi
- Post 02 Maggio 2018
Gli accadimenti che si sono verificati, nelle ultime settimane, all’interno dell’Amministrazione comunale pisticcese, relativi all’espletamento del concorso indetto dal Comune di Bernalda per l’assunzione di n. 2 istruttori tecnici, n. 2 istruttori di vigilanza e n. 2 istruttori contabili, e che hanno interessato personalmente il consigliere comunale M5S Ing. Antonio Gatto, mi inducono a precisare le seguenti considerazioni.
Come ormai è noto, il 3 aprile 2018 veniva pubblicato l’elenco degli ammessi al citato concorso per la copertura, tra gli altri, di n.2 posizioni da istruttore tecnico; tra gli idonei, con votazione di 28/30, risultava esserci il consigliere comunale M5S del Comune di Pisticci ing. Gatto; Il 5 aprile 2018, con delibera di giunta n. 72, il Comune di Pisticci stipulava una Convenzione con il Comune di Bernalda che avrebbe consentito “di utilizzare n. 3 graduatorie che saranno formate nel Comune di Bernalda, a seguito dell’espletamento dei concorsi (…) relativi alle figure professionali di n.2 istruttori di vigilanza, n. 2 istruttori tecnici, n. 2 istruttori contabili”.
Orbene, personalmente non ho mai dubitato dell’onestà e della buona fede del consigliere Gatto, ma ammetto che, lo storico degli accaduti e, in particolare, la scelta dello stesso consigliere di ritirarsi dalla graduatoria degli idonei solo dopo la divulgazione dei fatti a mezzo stampa e delle polemiche che ne sono derivate, hanno fatto scaturire più di un dubbio sulla opportunità della sua partecipazione al detto concorso.
E ciò ancor più se si considera che la dott.ssa Gerardi, segretaria comunale del Comune di Pisticci, ricopra lo stesso incarico presso il Comune di Bernalda, risultando altresì redattrice del contestato bando di concorso e membro della stessa commissione esaminatrice!!!!
Mi risulta, a questo punto, inevitabile riscontrare delle affinità con la figura di Pier della Vigna, raccontato da Dante nell’ottavo canto dell’Inferno della Divina Commedia, quale funzionario e segretario del Re Federico II di Svevia, accusato di tradimento, incarcerato, e morto suicida per dimostrare a tutti di essere, in realtà, innocente. Il Poeta, pur volendolo assolvere dall’accusa di tradimento, ritenuta ingiusta, lo colpevolizza, condannandolo alla dannazione eterna per aver commesso l’insensato gesto che, in realtà, l’ha fatto sembrare colpevole agli occhi del mondo.
Così, il consigliere Gatto, decidendo di abbandonare il suddetto concorso, ha agito proprio come Pier della Vigna, quasi “sacrificandosi” al fine di dimostrare la assoluta buona fede propria e dell’intera amministrazione comunale pentastellata.
Tuttavia, lungi dal condannare qualcuno, ritengo che l’intera maggioranza M5S debba assumersi le proprie responsabilità: se, infatti, i consiglieri 5 stelle non fossero stati a conoscenza della vicenda, significa che hanno ignorato e, tutt’ora ignorano completamente, l’attività dell’amministrazione pur avendo grosse responsabilità (di natura politica, personale e patrimoniale) sui risultati della stessa. Nel caso in cui, invece, abbiano condiviso i termini e le finalità della contestata convenzione, non hanno fatto altro che legittimare un evidente caso di conflitto di interessi, di cui all’art. 51 c.p.c.
Infatti, proprio di recente, alcuni Tribunali amministrativi si sono espressi a favore dell’applicazione analogica della norma sancita dall’art. 51 c.p.c., al fine di garantire la par condicio nelle procedure concorsuali, stabilendo che “i commissari debbano astenersi ogni qual volta sia ipotizzabile anche solo un potenziale “conflitto di interessi” con uno dei candidati” (Tar Sicilia, Palermo, con la sentenza n. 2397 del 18 ottobre 2016).
Con formula di chiusura, lo stesso art. 51 c.p.c. stabilisce, inoltre, che l’obbligo di astensione sussiste in ogni altro caso in cui esistano “gravi ragioni di convenienza”, imponendo al giudice (e, in questo caso, per analogia, al commissario) di astenersi quando intercorrano contatti e rapporti frequenti e intensi con il candidato tali da pregiudicare l’imparzialità e la serenità di giudizio e “da suscitare ragionevoli e non meramente strumentali dubbi sulla percepibilità effettiva dell’imparzialità di giudizio nei destinatari dell’attività amministrativa e nei terzi” (Tar Sardegna, sez. I, senti n. 459/2013), atteso che la posizione rivestita del valutatore del concorso deve essere di terzietà rispetto ai concorrenti e non di mera imparzialità.
Si ribadisce che la suddetta norma riguarda, per espressa previsione giurisprudenziale, non solo chi è chiamato ad espletare compiti di natura giurisdizionale, ma è applicabile anche alle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici, le quali sono obbligate a garantire anch’esse “trasparenza, obiettività e terzietà di giudizio”, rappresentando, questi, principi irrinunciabili a tutela della parità di trattamento fra i diversi aspiranti vincitori.
Dunque, i nostri amministratori 5 stelle, ammirevoli portatori dei già citati principi di trasparenza, onestà ed imparzialità e, soprattutto, grandi sostenitori, a livello nazionale, dell’adozione di una legge finalizzata a reprimere i casi di conflitto di interessi nella P.A., ben avrebbero dovuto prevedere le conseguenze che sarebbero derivate dall’adozione della convenzione tra il nostro Comune e quello bernaldese e, anche solo per mera OPPORTUNITA’ POLITICA, avrebbero dovuto non stipularla.
Ma, proprio perché ciò non si è verificato, viene naturale chiedersi: se questi sono i presupposti, cose c’è di “nuovo”, rispetto al passato, in questo modo di fare politica?
Tommaso Gioia
Consigliere comunale Pd di Pisticci