Chiesa di San Rocco: tracce d'acqua già nel lontano passato
- Post 14 Febbraio 2017
In attesa di avere maggiori elementi sulla sua origine e sulle eventuali variazioni di profondità, il mondo social viene in aiuto per ricordare come della presenza di acqua al di sotto della chiesa di San Rocco vi fosse traccia già nel lontano passato.
“A proposito della falda acquifera sotto la chiesa di S.Rocco – ricorda Leo Andriulli, gestore del gruppo facebook “Pisticci com'era...com’è” - fu uno dei motivi dell'abbattimento della vecchia cappella, oltre alla necessità di avere un luogo di culto più adegato per la società pisticcese”.
Profondo conoscitore della storia della comunità pisticcese, rispetto alla quale, fra documenti ed immagini, non di rado riesce a sorprendere i numerosi utenti del gruppo, Andriulli rappresenta la prova di come uno strumento spesso generatore di polemiche gratuite ed altre volte moltiplicatore di idiozie possa invece essere usato a fine divulgativi, in maniera sana ed utile, generando un dibattito pacato, costruttivo ed interessante, in cui gli utenti sanno scambiarsi informazioni riuscendo a fare cultura.
In relazione al tema della falda, a corredo del suo post, Andriulli allega un passaggio del libro “Pisticci e i suoi canti” di L. Larocca collaborazione Cesare Spani, seconda edizione 1952.
Le condizione statiche della Cappella (esiste nel sottosuolo una vena d’acqua, che affiora nel Dirupo, dove si trovano, in case di privati, dei pozzi d’acqua sorgiva: l’acqua du Vaddone da Salse) e le cresciute esigenze della popolazione resero necessaria la ricostruzione dalle fondamenta di una nuova cappella, con l’aggiunta di case di abitazione di proprietà del Dott. Francesco Rogges. E’ sorta così, con oblazioni del popolo, la Cappella di San Rocco, dove officia la Congregazione del Pio Monte dei Morti.
La bella chiesa è di stile 900, costruita su progetto dell’Architetto Ernesto Lapadula, che il paese vanta come uno dei suoi figli prediletti, tante benemerenze Egli ha acquistato nel campo della sua arte”.
Quei pozzi d’acqua nelle case dei privati nel rione Dirupo citati nel libro ci sono tutt’oggi: gli attuali approfondimenti scientifici potranno sicuramente fornire ulteriori elementi per capire l’esatta connessione di questi ultimi con la falda d’acqua individuata sotto la dimora del Patrono di Pisticci e, soprattutto, determinare in quale modo la sua esistenza possa non minacciare la stabilità della nuova chiesa, che la diocesi di Matera è pronta a realizzare attraverso il consolidamento dell’attuale edificio. Prima, tuttavia, occorre determinare con esattezza i mali e le cure del sottosuolo pisticcese in quel versante. E’ una sfida importante, individuata come prioritaria da tempo, anche oltre le vicende del luogo di culto, essendo interessati diversi rioni tuttora abitati. Una sfida che esula dalla competenze della curia e richiede di individuare con maggiore certezza i tempi entro i quali le autorità competenti sono chiamate a dare risposta.
In questo senso le attività avviate dalla diocesi di Matera sulla chiesa di San Rocco stanno rappresentando senza dubbio uno stimolo per le istituzioni a fare meglio la loro parte senza ulteriori esitazioni e perdite di tempo sia da parte di chi i fondi deve stanziarli sia da parte di chi, poi, dovrà spenderli.
Roberto D'Alessandro
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