23Dicembre2024

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Stati generali dei movimenti pro ambiente. Il piano di azione a tutela del territorio

Nelle ultime settimane, in seguito alla denuncia della moria di pesci nel fiume Basento in data 17 settembre e ai fatti che (non) ne sono conseguiti, è cresciuta in una parte (evidentemente ancora molto piccola) della popolazione una certa inquietudine dovuta innanzitutto al fatto in sé, ma ancor di più al pesante silenzio da parte delle istituzioni e di tutti quei partiti e movimenti che solo pochi mesi fa, in campagna elettorale, si erigevano a paladini dell’ambiente e hanno speso fiumi di parole sulla necessità di vigilare e tutelare il territorio e di ripensare al suo rilancio nell’ottica della sostenibilità ambientale.
Questa inquietudine si è palesata nel comunicato congiunto diffuso il 29 settembre da Lista dei Cittadini e Sui-Generis del Comune di Pisticci e L’Alternativa di Ferrandina, che hanno avvertito la necessità e l’urgenza di fare fronte comune e invitare le rispettive Amministrazioni comunali e tutte le forze politiche e civili dell’area della Val Basento ad intraprendere azioni volte al chiarimento delle cause e dei responsabili dell’inquinamento che da decenni viene perpetrato in silenzio a danno del fiume Basento e delle comunità locali, che evidentemente ne subiscono le inevitabili ripercussioni sulla salute.
Altre associazioni del territorio hanno aderito e rilanciato l’appello delle tre civiche che ha portato all’organizzazione di un dibattito pubblico che ha avuto luogo venerdì 28 ottobre a Marconia, al quale hanno partecipato diverse associazioni, movimenti e cittadini della provincia di Matera e Potenza per discutere delle tematiche ambientali che interessano le varie aree della regione, accomunate in primis da un dato emerso all’inizio del confronto, che è al momento l’unico dato certo e documentato di cui disponiamo: l’alta incidenza di casi di tumori nella nostra Regione.
Dai dati dell’Istituto Superiore della Sanità risulta infatti che, mentre nel resto d’Italia l’incidenza dei casi di tumori è in diminuzione, nella regione Basilicata questo valore è in controtendenza: continua ad aumentare ( fonte dati: http://www.tumori.net/it/banca_dati/query.php ). Sono numeri impazziti quelli dei dati tumorali in Basilicata. Ciò non trova riscontri nei dati sull’entità dei fattori di rischio legati alle attività industriali in Basilicata (dati http://www.isprambiente.gov.it/site/it-IT/Temi/Rischio_industriale/Mappatura_del_rischio_industriale_in_Italia/).
Aldilà della moria di pesci, sono questi i dati empirici su cui focalizzarsi per comprendere, semmai la classe politica nutrisse ancora dei dubbi, che il problema ambientale in regione è reale e tangibile.
I dati in Basilicata rappresentano un buco nero e le recenti vicende dell'ARPAB riguardanti la Fenice di Melfi e i suoi dati che attestano un decennale inquinamento, con valori in alcuni casi superiori di circa 700 volte i valori massimi stabiliti per legge, pongono dubbi (eufemismo per non dire certezze) sulla credibilità dell'ente stesso e sulla sua funzione di tutela della salute di noi cittadini.
Da più parti è emerso come il problema, pur oggettivandosi nell'ARPAB, risiede a livelli più elevati ossia in una classe dirigente che sembra non avere una vision e non è in grado di controllare strutture di sua nomina che dovrebbero garantire non le poltrone ma la nostra salute.
Il ricatto occupazionale della logica “sfrutta, inquina e fuggi” in una delle regioni più povere d'Italia, rappresenta in maniera nitida l'assenza di strategie occupazionali del governo regionale che al contempo garantiscano la salute ma che, allo stato attuale, pongono i cittadini di fronte al bivio “MANGIARE - TUTELA DEL TERRITORIO E DELLA SALUTE”.
Considerando che la scarsa presenza di attività industriali non giustifica da sola questo allarmante dato, è emersa chiaramente da più parti la necessità di indagare ed individuare tutte le possibili cause, che vanno ricercate su vari fronti:
•    Presenza di amianto nel territorio
•    Estrazioni petrolifere
•    Utilizzo di prodotti chimici altamente inquinanti in agricoltura
•    Inceneritori
•    Rifiuti radioattivi
•    Discariche
•    Smaltimento di rifiuti pericolosi (provenienti da fuori regione e dall’estero)
Tali problematiche, da anni irrisolte dalla governance politica, accomunano l’intera regione e sono alla base della volontà comune, ribadita più volte durante l’incontro, di creare una rete che costituisca un ponte tra i territori, per la condivisione e diffusione delle informazioni e l’elaborazione di proposte volte a contrastare la mancanza di una seria e trasparente politica ambientale da parte di un sistema asservito alle logiche del potere politico, in nome del quale si sacrifica la salute e la vita delle comunità.
Durante l'assemblea pubblica è stata data evidenza dell'incontro del coordinamento a cui hanno preso parte, tra rappresentanti di associazioni, comitati, movimenti lucani e cittadini, circa una cinquantina di movimenti, che si è svolto a Matera domenica 23 ottobre per discutere la proposta di redazione di un disegno di legge di iniziativa popolare che chieda la modifica della legge Regionale del 2001 riguardante la gestione dei rifiuti (http://www.olambientalista.it/index.php/nuova-rotta-rifiuti/).
Il nascente coordinamento, è stato precisato, non ha colori politici, né simboli né altre forme di cappello.
Alla fine di circa 3 ore di confronto l'assemblea partecipata si è conclusa con le seguenti azioni a breve termine, che vanno ad integrare la proposta di legge di iniziativa popolare sui rifiuti di cui sopra:
•    Valutare la fattibilità di costituirsi parte civile da parte di movimenti, associazioni e liberi cittadini;
•    Sollecitare le amministrazioni comunali dei territori interessati a costituirsi parte civile in un processo volto a stabilire le responsabilità;
•    Chiedere la non secretazione dei dati Arpab (in particolare Val Basento) avvalendosi della “Convenzione di Aarhus” del 1998 “Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale” (http://www.minambiente.it/menu/menu_attivita/La_Convenzione_di_Aarhus.html);
•    Chiedere il commissariamento dell’Arpab per acclarata incapacità di svolgere le funzioni attribuitegli dalla legge;
•    Analisi ambientali indipendenti;
•    Fare pressione sull’Ordine dei medici regionale affinché prenda una chiara posizione sui dati inerenti al numero crescente di patologie tumorali e attivi i propri canali per tutelare la salute dei cittadini. In caso di esito non positivo della risposta dell’Ordine dei medici valutare la possibilità di procedere con un esposto-denuncia.
•    Azioni dimostrative (sit-in, manifestazioni, presidi, banchetti informativi ecc.)

La dimensione regionale delle problematiche deve necessariamente UNIRE tutti i movimenti lucani in azioni coordinate e dettate dal principio di solidarietà reciproca tra le varie comunità. Questo un assioma da cui non si può prescindere per dar corpo ad una parola, “CAMBIAMENTO”, in una regione, tra le più povere d'Italia, ma tra le più ricche di risorse.
La prossima riunione della Rete Movimenti Lucani è fissata per il 12 novembre probabilmente a Pisticci.
Per essere informati e partecipare al CAMBIAMENTO seguici su:
gruppo facebook: Rete Movimenti Lucani
oppure compila il form al seguente link:
https://docs.google.com/spreadsheet/embeddedform?formkey=dC00QkVRZWtMZjFtZVpCRElzY2htMEE6MQ

I Movimenti presenti alla riunione
Ehpa, Karakteria, Emanuele11e72, AIEA, Sui Generis Matera, Sui Generis Pisticci Lab, Lista dei Cittadini, Etnie, Brigante Sound, Il Conformista, Lista civica L’Alternativa, I Lu-Cani, AIDO, Associazione Krikka e liberi cittadini.