Tutti sull'argine 'Se Se', fin quando regge. Ecco cosa accade se si continua ad inseguire le emergenze
- Post 22 Marzo 2016
L’organizzazione che si batte anche per veder attuate politiche in grado di evitare le troppo frequenti criticità che si presentano in caso di forti piogge, ha indetto stamattina a Pisticci Scalo una conferenza stampa nella quale ha ripreso idealmente il discorso di giugno 2014 con una nuova attività di sensibilizzazione.
“Anche nel caso in cui i fenomeni non siano particolarmente violenti ed eccezionali si verificano dei danni considerevoli” ha spiegato Gianni Fabbris. L’ex portavoce del movimento ha dovuto sostituire Katya Madio, che di recente lo aveva avvicendato, costretta ad una defezione nella seconda parte della mattinata. Fabbris indica un presupposto importante: “Quella degli ultimi giorni è stata una pioggia poco più consistente del solito. Fino a qualche anno fa il territorio sarebbe stato in grado di assorbirla e di reggerla senza i problemi che invece emergono oggi”.
Sulla sponda del Basento, a Pisticci Scalo, i problemi sono evidenti. Dopo essersi prosciugato la scorsa estate, si è riformato il lago Mo Mo, un’area agricola coltivata, nuovamente sommersa dalle acque e pesantemente danneggiata. Mo Mo, creato da TerreJoniche in una iniziativa di sensibilizzazione del giugno 2014, voleva denunciare i ritardi negli interventi di ripristino di una porzione di argine golenale a monte che era causa degli allagamenti. “Quella iniziativa – ricorda adesso Fabbris – riuscì a smuovere qualcosa e nel frattempo le falle nell’argine sono state tamponate, solo che i lavori hanno ceduto dopo le prime piogge”. E così è stato tenuto a battesimo l’argine Se Se, come a voler dire che, se i lavori non vengono fatti in un certo modo, “si rischia di sprecare inutilmente soldi pubblici. Il problema – prosegue Fabbris – non è la qualità dei lavori, ma il fatto che si ragioni nell’ottica di interventi di rattoppo. Il fiume è, invece, un contesto complesso e richiede un progetto adeguato per evitare emergenze così frequenti, un progetto che sia frutto di programmazione e sostanza”.
“Di recente – ha spiegato – il presidente Pittella ha annunciato a Bernalda di aver attivato un prestito di circa 250 milioni di euro da destinare in parte alla cura del dissesto idrogeologico. Chiediamo di velocizzare gli iter e di spendere all’interno di un piano che abbia una logica precisa. Occorre, nel frattempo, farsi carico dei danni subìti dalle comunità e dalle famiglie. Chi sta da una vita nei pressi degli argini, ha titolo a starci e, come nel caso dei terreni sommersi dal lago Mo Mo, coltiva regolarmente, ha bisogno che qualcuno si faccia carico dei danni”. TerreJoniche ha ribadito, infine, la richiesta di stato di calamità per i territori colpiti dalle recenti ondate di maltempo, sollecitando la necessità di proseguire proficuamente l’iter all’interno della conferenza regionale per la messa in sicurezza dei territori.
I lavori del 2015 avevano ripristinato due porzioni di argine, uno a monte ed uno a valle del lago Mo Mo, ma in entrambi i casi hanno ceduto alle recenti piene determinando nuovi allagamenti e riportando indietro le lancette del tempo che, da queste parti, in fatto di miglioramento del dissesto idrogeologico sembra essersi fermato con tutto il carico di criticità puntualmente pronte a riesplodere con il maltempo.
Roberto D'Alessandro
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