A Pisticci il mercato immobiliare è fermo. Il Dirupo può essere un punto di ripartenza
- Post 19 Maggio 2019
Centro abitato sempre più spopolato con tante case in vendita, che nessuno compra. L’avevamo già segnalato tempo fa. Ora il fenomeno diventa sempre più rilevante, per un mercato immobiliare che non dà segnali di ripresa.
Tanti cartelli affissi con scritte “Vendesi”, per case da alienare, la maggior parte non abitate, locali vari ed anche attività commerciali.
Da una ricognizione in quasi tutti i rioni del centro abitato, partendo dal più antico, il Terravecchia, si è notato che il fenomeno non salva nessuno dei quartieri cittadini, tutti interessati a sbarazzarsi di case, comunque utilizzate all’uso familiare.
Strade e piazze sono sempre più vuote per un paese che ormai è la brutta copia di quello che era qualche lustro fa. Peccato. Viene da piangere. Situazione diversa fino a qualche tempo fa nel rione Dirupo, beneficiato dalla revoca del trasferimento parziale dell’abitato e in attesa che la recente approvazione della variante al PRG diventi operativa. Qui ricordiamo il particolare interesse a venire in possesso di case da parte di acquirenti anche stranieri, evidentemente innamorati di questo affascinante, antico rione con le sue “casedde” e “lammie” da ristrutturare, soprattutto quelle con veduta sulla valle, il mare o i monti.
Dopo diverse operazioni andate a buon fine negli anni scorsi, da qualche tempo si registra un cambio di rotta, forse anche in attesa che la “Variante al P.R.G.” adottata qualche mese fa dalla Giunta Verri, diventi concreta e operativa. Vogliamo auspicare che sia così. Sarebbe un primo passo importante per il recupero di questo antico rione - tra le “ 100 meraviglie dell’Italia da salvare – come spiegava anche il sindaco Verri dopo l’approvazione della variante - ma anche un primo passo per il rilancio di un mercato immobiliare. A parte questo però, non va dimenticato il ridimensionamento “umano” sempre più marcato di questa città ed a cui occorre porre un argine. Pisticci non può morire così e, responsabilmente, non si può continuare a rimanere passivi assistendo al suo disastroso tracollo. Qualcuno dovrà pure cominciare a pensare cosa fare. Le idee prima e i fatti dopo, non possono mancare. Prima che sia davvero troppo tardi.
Michele Selvaggi