Fare rete tra le istituzioni e coinvolgere direttamente i cittadini: solo così si può affrontare degnamente la complessa questione dei migranti. Il tema è stato trattato a Marconia, nel corso di un convegno organizzato dalla locale sezione del Pd, dal titolo "Dalla paura all'inclusione verso una società multirazziale: sicurezza, lavoro, scuola, accoglienza, nuove culture". Alla manifestazione, aperta dai saluti del segretario cittadino del Pd, Rocco Negro, hanno partecipato il Questore di Matera, Paolo Sirna, il segretario della Cgil di Basilicata, Angelo Summa, il responsabile della task force immigrazione, Pietro Simonetti, il sacerdote Bonifacio Duru e il vice presidente nazionale di Federsolidarietà Confocooperative, Pino Bruno. "Si stima che in Basilicata vengano a lavorare circa 48mila migranti, di cui solo 17mila residenti in regione – ha spiegato Simonetti -. Senza di loro non ci sarebbe futuro per la Basilicata, dal punto di vista demografico, economico e agricolo. Basti pensare che nel solo Metapontino, l'anno scorso sono stati avviati 35mila rapporti di lavoro, di cui solo 19mila italiani: gli altri rivolti a cittadini comunitari o extra". Il problema, però, a giudizio di Summa, era e rimane il caporalato. Come affrontarlo? Una proposta arriva da Simonetti: "Il punto debole sul quale il caporalato può essere attaccato è il trasporto: si può pensare di interromperne i canali creando un sistema pubblico. A tal proposito preannuncio la convocazione di un tavolo con l'assessore regionale all'Agricoltura per studiare una soluzione". Una seconda iniziativa lanciata dal convegno riguarda una più rigida regolamentazione di tutte quelle società di reclutamento ed intermediazione che spesso sono di fatto "società fantasma", che assumono e assicurano i lavoratori per 2-3 giorni a fronte dei 2 mesi di lavoro effettivo da essi svolto. "E' pur vero, però - ha sostenuto Bruno - che ci sono anche cooperative che lavorano in maniera egregia e seria, ben integrate anche con le aziende agricole". Ed è proprio sulle aziende, secondo Summa, che "occorre intervenire, anche attraverso la legge regionale sull'immigrazione che giace da troppo tempo ferma: essa prevede un intervento rivolto al settore agricolo, con agevolazioni per le aziende che assumono attingendo direttamente alle liste pubbliche di prenotazione, e un altro rivolto al settore delle costruzioni, introducendo degli indici di congruità relativi a tempistiche e modalità di esecuzione dei lavori, per combattere il lavoro nero. Un buon esempio è quello di Palazzo San Gervasio, dove 300 aziende hanno scelto di reclutare la manodopera attraverso le liste di collocamento pubbliche, riducendo drasticamente l'incidenza degli intermediari e quindi del caporalato". C'è, però, anche un altro profilo importante per Bruno: "Chiarire quali sono i soggetti preposti all'accoglienza con una normativa univoca".Infine, la questione del lavoro utile o della formazione dei migranti: Simonetti ha proposto di convocare un incontro in Regione con Total, Eni e parti sociali per "elaborare un piano di formazione che consenta ai migranti di tornare in patria con un bagaglio di preparazione nel settore petrolifero che potrebbe stimolare anche nuove iniziative nel settore dell'automotive".
Piero Miolla
La Gazzetta del Mezzogiorno