23Dicembre2024

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Braia (IV): Si rafforzi la medicina territoriale

"Il rafforzamento della medicina territoriale è un obiettivo strategico, non bastano solo ringraziamenti di circostanza e comunicati ma servono riconoscimenti concreti e legittimazione reale della professione. Il riconoscimento economico in questa fase di emergenza al personale medico-sanitario o impegnato nei presidi è un atto doveroso. La Regione Basilicata deve implementare integralmente la legge regionale 5 febbraio 2010, n. 13 in una logica di rafforzamento della medicina territoriale impegnandosi a portare il rapporto infermieri/medici minimo a livello della media italiana di 2,5 e possibilmente a 3".

 

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva che aggiunge: "Per celebrare degnamente la giornata internazionale dell'infermiere e al fine di valorizzare il contributo degli infermieri nella società lucana e italiana, in questo periodo delicatissimo nel quale possiamo considerarli quali nuovi eroi e professionalità di cui non possiamo fare a meno per affrontare il coronavirus, come tutte le patologie, nei presidi ospedalieri e sanitari, e considerando che si stima un deficit di infermieri nei prossimi anni, qualora non si mettano in atto le azioni assunzioni necessarie, ho presentato una mozione che impegna il presidente Bardi e la sua Giunta".

"Si metta in campo ogni azione politica e organizzativa - prosegue Braia - finalizzata al raggiungimento degli obbiettivi indicati dall'Organizzazione mondiale della sanità, in particolare rafforzando l'assistenza, educando e formando gli infermieri agli standard internazionali per ridurre i costi e aumentare la qualità delle cure e del diritto alla salute per tutti. Solo garantendo che gli infermieri siano in grado di lavorare al massimo delle loro potenzialità si può andare nella direzione della copertura sanitaria universale. La Giunta regionale si impegni a garantire, inoltre, che tutti gli infermieri che prestano servizio nelle strutture ospedaliere lucane operino in un ambiente in cui siano al sicuro da danni, rispettati da colleghi medici e dai membri della comunità. Che tutti abbiano accesso a un servizio sanitario funzionante e in cui il loro lavoro sia integrato con le altre cure sanitarie di altri professionisti. Servevolontà politica e adeguati finanziamenti al fine di impiegare più infermieri specializzati rendendoli centrali per l'assistenza sanitaria di base, fornendo servizi e supervisionando gli operatori sanitari della comunità".

"Per il blocco intervenuto per legge nazionale del turn over in ambito sanitario, negli anni passati - conclude - non si è potuto procedere liberamente alle assunzioni. Nel solo anno 2019 il numero degli infermieri per effetto della riforma pensionistica denominata 'quota 100' ha visto nella nostra regione perdere circa 200 unità, in una Basilicata dove risultano iscritti alla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche circa 5.200 infermieri. Mai come in questi tre mesi di emergenza 'Covid-19' il sistema sanitario nazionale e locale è stato messo a dura prova e ha assunto pienamente il volto degli infermieri che, insieme ai medici e a tutti gli operatori delle professioni sanitarie, hanno vissuto visto in prima linea i giorni più drammatici di una fase che non possiamo del tutto dichiarare superata".