Asso Fruit Italia, l'agricoltura di domani tra ricerca e innovazione
- Post 02 Luglio 2015
Gli interventi nel corso della serata
Giovanni Stampi, Stea srl: "La misura 124 si è rivelata importantissima, 12 milioni di euro di cui 900mila dedicati alla ricerca che dev'essere trasferita alle aziende agricole". Poi Stampi ha parlato del nuovo Psr in fase di gestazione: "Il mondo agricolo organizzato ha trasmesso le sue istanze alla Regione in questa fase di concertazione. Noi dal nuovo Psr ci aspettiamo maggiore velocità nell'erogazione delle misure, è impensabile attendere due anni per poter realizzare progetti. Inoltre vogliamo che siano potenziate le organizzazioni di produttori che hanno un ruolo produttivo, economico e commerciale di primo piano".
Andrea Badursi, direttore generale Asso Fruit Italia: "E' cambiato il modo di fare agricoltura, che non è più solo trapianti e raccolta dei frutti, occorre riempire di contenuti la frutta: quindi innovazione, sostenibilità e territorio. Il progetto presentato oggi (martedì), finanziato dalla Regione Basilicata nell'ambito del precedente Psr, ha dato ottimi risultati e ci ha consentito di tornare a collaborare con l'Università della Basilicata e le aziende nostre associate. Il nostro auspicio è che questo sia solo il primo passo, quindi ci aspettiamo che la prossima programmazione preveda nuovi strumenti che ci offrano la possibilità di collaborare con il mondo della ricerca e l'UniBas, che ha un ruolo centrale per sviluppare progetti innovativi sia sul fronte delle varietà che delle pratiche sostenibili e affrontare così i grandi temi e le criticità che vengono dal mondo agricolo".
Il professor Bartolomeo Dichio: "Con gli strumenti legislativi di cui oggi si dispone, l'Università è uscita fuori dai laboratori per occuparsi del trasferimento tecnologico e delle conoscenze per creare sviluppo e innovazione direttamente sul territorio. Certo, all'interno dell'università c'è ancora carenza di strutture, quindi ci stiamo organizzando con gli spin off che ci aiutano a uscire dal circuito accademico. E' noto purtroppo che i fondi destinati all'università si riducono ogni anno, quindi è difficile assumere nuovo personale. Il Psr ha tuttavia dato una grossa mano e lo studio che abbiamo presentato ci ha offerto un nuovo modello di gestione sostenibile dei frutteti per contrastare i cambiamenti climatici. Il modello messo a punto anziché immettere CO2 nell'ambiente la va a requisire aumentando la fertilità del suolo e quindi la produttività del sistema. Questa è sostenibilità ma anche qualità certificata (Carbon Footprint, ndr), valore che va trasmesso al consumatore e al produttore. C'è poi il discorso relativo all'impiego razionale di acqua e nutrienti, la ricerca ci consente di attuare strategie che permettono di produrre di più consumando di meno, ed è questo che ci chiede la Comunità Europea".
Vincenzo Falconi, direttore Italia Ortofrutta: "Ricerca e innovazione sono temi importantissimi, molte imprese non hanno ancora capito a fondo l'importanza di questi aspetti. Occorre invece puntare su questo per accrescere la competitività. Ci sono realtà, fuori dall'Italia che producono come o meglio di noi ma non possono contare sul supporto degli enti di ricerca. Ecco, se noi riusciamo a infittire i rapporti fra imprese e mondo della ricerca possiamo farcela. Dobbiamo sempre ricordarci che il reddito dobbiamo farlo venire dal mercato, pertanto nuovi prodotti e processi produttivi innovativi applicando la ricerca". Rispetto al Psr ha aggiunto: "Le regioni italiane stanno indietro, è necessario creare un sistema organizzato che premi i produttori che si riconoscono nelle Op e le stesse Op. Non possiamo avere un sistema che dà risorse a pioggia a tutti e gli agricoltori che stanno nelle Op si trovano a competere con quelli che invece non ci stanno. Noi siamo per il sistema virtuoso: più l'impresa fattura ed è competitiva e più va finanziata. Attualmente non è così".
Luca Braia: "C'è molto da fare, tanti i problemi che mi sono stati segnalati in questo primo mese di attività. Cominciamo per esempio con l'abbattere i tempi necessari per istruire le pratiche per ottenere finanziamenti. E' necessario inoltre snellire il sistema, quindi ridurre il numero di uffici che si occupano di agricoltura. Rivedere poi i controlli e gli organi preposti a farli. Nei prossimi sei anni arriveranno nuove risorse che saranno gestite da protagonisti del pubblico e del privato, in questo voglio che si instauri un circolo virtuoso, fatto di funzioni ben definite e tempi ragionevoli. Le Op avranno in tutto questo un ruolo centrale, la nuova programmazione le pone al centro. Asso Fruit Italia per esempio è un modello virtuoso, da prendere ad esempio, come una best practice".