Non potranno già essere dei ceramisti provetti, ma i beneficiari del progetto Copes nell’ambito del corso di “addetto alla realizzazione di manufatti in ceramica” sono cresciuti a tal punto da poter allestire una piccola mostra di prodotti d’argilla curata con gusto e gradevole al punto da certificare la bontà del loro percorso formativo. Al di là del risultato finale, sorprendente più che soddisfacente, il corso ha favorito davvero quelle finalità di integrazione che, nell’ambito di queste attività legate all’inclusione sociale, sono più facili a dirsi che a realizzarsi. Nel laboratorio ceramista di Anna Maria Pagliei in Terravecchia, invece, anche grazie alle capacità di un’artista che ha saputo confermare la sua grande duttilità (è stata docente del corso) si è creato il clima giusto, un merito condiviso con il tutor Stefano Fraccalvieri. Il risultato finale del percorso formativo è stato salutato con una mostra dei prodotti realizzati alla presenza del presidente di Ageforma, Nicola Trombetta e del coordinatore di Ageforma, soggetto attuato per la formazione dei progetti Copes, Luigi Benevento. Ma il merito va soprattutto al gruppo dei beneficiari che, oltre a 4 italiani, comprendeva 1 canadese, 2 romene ed una marocchina. “Siamo andati oltre i nostri obiettivi – spiega Fraccalvieri – perché nel gruppo si è instaurato un legame forte che ha permesso una crescita autentica sotto il profilo individuale e formativo. La disciplina dell’argilla è diventata disciplina della persona, una occasione di mediazione culturale che ha fatto la differenza rispetto a precedenti tipologie di intervento a sostegno delle persone svantaggiate che in passato si limitavano a percepire un piccolo sussidio”. “Dopo 150 ore di laboratorio – spiega Anna Maria Pagliei – divise in incontri di 5 ore per 3 volte a settimana gli iscritti sono a conoscenza delle tecniche di lavorazione dell’argilla e delle tecniche di decorazione sia a caldo che a freddo. Altrettanto ricco è stato il percorso umano che ha portato persone di differenti nazioni a scambiare lingua, cultura ed esperienza”.
Il corso, che si è concluso la scorsa settimana nel laboratorio dell’associazione Act, non è stato l’unico sul territorio di Pisticci. A Marconia, infatti, si è tenuto un altro percorso formativo legato alla lavorazione della carta pesta e della ceramica, presso Cogema, nei locali Colvit. A Pisticci centro, invece, un altro Copes ha riguardato la formazione di operatori per l’infanzia, che ha coinvolto 17 beneficiari fornendo nozioni sulle dinamiche relazionali, la cittadinanza europea e l’educazione sanitaria per poi concludersi con un laboratorio di animazione. Alla fine i fruitori hanno sviluppato competenze di base sulla gestione dei bambini nella quotidianità. Entrambi i corsi pisticcesi hanno potuto sviluppare alcuni moduli nell’oratorio della chiesa Madre. “Abbiamo raggiunto – commenta Stefano Fraccalvieri, tutor per i due corsi – i risultati attesi sotto il profilo sociale, contribuendo a far emergere le competenze e le attitudini dei frequentatori che adesso potranno avere maggiori opportunità di mettersi in gioco grazie alla conoscenza delle loro potenzialità”. Faccalvieri, in conclusione, ha voluto ringraziare tutto il corpo docenti ed il presidente di Cogema, Nicola Vitale, per aver garantito un adeguato supporto logistico.
Roberto D'Alessandro