22Dicembre2024

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Motonavi e rilievi geofisici: a cosa servono gli studi sulle piante marine nel mar Jonio lucano?

Le istituzioni che hanno autorizzato le navi che in questo periodo nello Jonio fanno rilievi geofisici hanno il dovere di informare le popolazioni locali e tutto l’apparato economico turistico e della pesca sul tipo di rilievi effettuati, per chi fanno questi rilievi, chi li ha commissionati, pagati e soprattutto l’utilizzo finale che ne dovranno fare.
Costa molto da parte delle istituzioni locali chiedere queste cose alle altre istituzioni ? costa molto agli onorevoli del comunicato e dal tweet facile interpellare il ministero e tutti gli enti preposti?
Era già successo nello Jonio calabrese che una nave facesse strani rilievi geofisici e che spinse addirittura i pescatori locali ad allontanarla in quanto al suo passaggio faceva perdere il pescato e a farla rientrare in porto.
(https://www.fanpage.it/pescatori-mettono-in-fuga-la-nave-del-ministero-ci-fa-sparire-il-pesce/)
Quando abbiamo lanciato l’alert su un probabile approdo del gasdotto East Med e chiesto ai sindaci in primis a quello di Pisticci e di Bernalda di opporsi alla concessione san Teodoro (appello ignorato e di cui non abbiamo saputo più nulla) avevamo i nostri buoni motivi a difesa delle coste e del nostro mare. Sull’area in questione nel golfo di Taranto sussiste ancora il permesso di prospezione della Schlumberger e il permesso di ricerca D79 ex Enel Longanesi.
Il mare Jonio e le sue coste (lo ripetiamo) restano ancora al centro di grossi interessi internazionali.
Uno dei vincoli ambientali che incontrerà la realizzazione del futuro gasdotto TAP nel mare Adriatico è proprio la posidonia. (https://rivistanatura.com/il-tap-minaccia-la-posidonia-oceanica/)
Apprendere che la stessa flora del mar Jonio venga monitorata ci potrebbe far piacere, ma vorremmo capire perché e da chi.
(http://www.pisticci.com/territorio/12336-motonavi-nello-jonio-studiano-alcune-piante-ma-e-ancora-ignoto-l-obiettivo-dei-rilievi.html)
Sarebbe stato troppo bello che queste navi che studiassero i fondali per creare le aree sic di alto mare propedeutiche alla creazione del paradiso dei cetacei, come dal progetto presentato alle istituzioni regionali pugliesi della Jonian Dolphin Conservation di Taranto e che Noscorie Trisaia sostiene come parte attiva dal lontano 2013.
Il tratto di mare antistante marina di Pisticci per chi volesse documentarsi dalle nostre numerose osservazioni fatte al Ministero dell’Ambiente, è un area nursery per i delfini, ricca di biocenosi ed esiste persino la presenza del corallo bianco. Un patrimonio inestimabile da cui qualsiasi attività industriale andrebbe tenuta alla larga.

No Scorie Trisaia