Renzi a Matera: patto, contestazioni e perplessità
- Post 03 Maggio 2016
Il Patto per la Basilicata
Il Patto, firmato nel Teatro Duni della Città dei Sassi, prevede un investimento complessivo di circa quattro miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi di risorse già disponibili per il primo biennio. Cinque sono gli assi concordati tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Basilicata: le infrastrutture (circa 1,83 miliardi di euro), l'ambiente (953 milioni), lo sviluppo economico e produttivo (424 milioni), il turismo e la cultura (308 milioni), il welfare e la legalità (278 milioni).
Le parole di Renzi e Pittella
"In passato la classe dirigente ha cercato di dividersi la sua torta piuttosto che avere una visione d'insieme nella spesa dei fondi europei", ha commentato Renzi. "Nulla cambierà - ha aggiunto - se noi per primi quando raccontiamo il Mezzogiorno lo facciamo come un elenco di disgrazie e problemi e non il racconto di quello che di bello abbiamo".
"Governare il cambiamento - gli ha fatto eco il Governatore lucano Marcello Pittella - è una fatica, significa scontrarsi quotidianamente con i sabotatori di ogni innovazione. Ma si sa, l'innovazione è una scelta coraggiosa, dimostrata da una piccola regione come la Basilicata, che ha saputo innovare e riformarsi in una sorta di laboratorio dell'azione pubblica, una regione capace di spendere il 100% delle risorse comunitarie affrontando e superando declinazioni con tenacia. Certo siamo anche regione che manifesta criticità per complessità di investimento. Sui controlli e sulla tutela della salute dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter fare di più e stringere un nuovo patto fra Governo e regione tra sostenibilità e sviluppo, indispensabile per una regione che si candida a essere pilota, sui turismi, su agroalimentare, su innovazione, su ricerca."
Gianni Perrino (M5S): "Solito show per nascondere la verità"
Di tutt'altro avviso il consigliere regionale M5S Gianni Perrino: "Le verità sono ben altre e sono molto più amare: la Basilicata ha un tasso di occupazione inferiore addirittura a quello della Grecia che è ultima nella classifica dei 28 paesi dell'Unione europea, con l'Italia terzultima (fonte, Cgia di Mestre su dati Eurostat). I giovani lucani che non studiano e non lavorano sono quasi il 45 per cento e per di più continuano ad emigrare a frotte. Abbiamo dei trasporti disastrosi e a tratti inesistenti: Matera 'Capitale Europea della Cultura 2019' è ancora isolata. I trenini delle Fal non sono sufficienti e Pittella non ha intenzione di completare la Ferrandina - Matera. A tutto questo si aggiunge lo spettro del disastro ambientale che piano piano si sta materializzando con l'evolversi dell'inchiesta di Trivellopoli e che la compagnia ospite del Teatro Duni ha sapientemente evitato di menzionare".
Cosimo Latronico (Forza Italia): "Il Patto non ha credibilità"
Sul contenuto del Patto, è intervenuto l'onorevole Cosimo Latronico: "Si tratta della riedizione del vecchio 'patto per il Sud' deliberato dal Cipe nel 2011: stesse azioni, stesse previsioni che per la gran parte non hanno trovato realizzazione. La Murgia/Pollino, la Potenza/Melfi, per citare le opere prevalenti, che sono rimaste lettera morta nel senso che non si sono sviluppate neppure le progettazioni necessarie da parte di Anas per giungere a stimare costi e fattibilità. Ora vengono riproposte con quale credibilità di attuazione? Sulla reti ferroviarie valgono lo stesse osservazioni. L'alta velocità si ferma a Salerno, e la tratta ferroviaria Salerno/Potenza/Taranto è fuori da interventi di ammodernamento da anni. Uguale destino subisce la tratta Ferrandina/Matera: progetto che è costato 500 mld di lire ed oggi è annoverato tra le principali incompiute d'Italia. Matera, la capitale europea della cultura, resta priva del collegamento con la rete delle ferrovie dello Stato. Nè può bastare lo scartamento ridotto che collega, al momento in due ore, Bari a Matera. Queste problematiche, come lei potrà verificare, sono escluse dai contenuti del patto e lasciano, per questo, un senso di delusione e di comprensibile frustrazione tra i materani ed i lucani".
Prinzi (Bene Comune Viaggiano): "Amarezza e delusione"
Matera si muove: "Matera merita di più"
Dalla Città dei Sassi giungono altri appunti: "Matera Capitale Europea della Cultura 2019 meritava e merita un'attenzione strategica ed un impegno concreto, ben oltre la trovata propagandistica di memoria berlusconiana del Patto per la Basilicata. Un Patto che non fa che ribadire una mera cronologia dell'iter burocratico delle somme peraltro già note nell'entità derivanti dai fondi europei FSE nel periodo 2014- 2020". Lo afferma in una nota Matera si Muove. "Ci saremmo aspettati che nel Patto per la Basilicata vi fosse una previsione particolare e specifica non solo in termini economici per Matera, magari sulla falsa riga del decreto a suo tempo firmato per l'Expo di Milano, per definire compiti ed indirizzi e procedure più snelle per quegli interventi consistenti in opere di preparazione, opere infrastrutturali di connessione del sito stesso, opere riguardanti la ricettività, opere di natura tecnologica essenziali e per le attività di organizzazione e di gestione dell'evento".
No Scorie Trisaia: "I 'comitatini' che hanno contestato Renzi"
Questa la fotografia delle contestazioni scattata dal movimento No Scorie Trisaia: "Renzi a Matera, sotto una forte pioggia, è stato sonoramente fischiato e contestato da cittadini, No triv lucani, associazioni, operai della Natuzzi, tante donne e mamme divisi in gruppi di diverse centinaia di persone tra ingressi principali, secondari del Teatro Duni di Matera e accessi alle strade presidiate dalle forze dell'ordine.
Forte è stato il grido di contestazione e di rabbia per una terra sfruttata dal petrolio come la Basilicata, alla luce delle inchieste della magistratura e forte del responso dei lucani al referendum con cui si chiede di uscire dal petrolio. Forte è stato il grido delle donne e delle mamme che vedono un futuro incerto in questa nazione dove anche il diritto alla salute sta diventando un lusso.
A nostro giudizio, una cosa è certa in democrazia: quando non si ha il coraggio di confrontarsi con i cittadini definendoli "comitatini", non si può pretendere il diritto di amministrarli".