30Ottobre2024

Download Template for Joomla Full premium theme.

Deutschland online bookmaker http://artbetting.de/bet365/ 100% Bonus.

Online bookmaker bet365

Disoccupazione in Basilicata: ecco cosa rivelano gli ultimi dati disponibili

A pochi giorni dalla festa dei lavoratori, che celebra la lotta per la riduzione della giornata lavorativa, qual è lo stato del settore in Basilicata?
Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Istat, nel 2016 il tasso di disoccupazione nella nostra regione è diminuito lievemente rispetto all’anno precedente (quando si era attestato sul 13,7%), risultando del 13,3%, con una notevole differenza di genere: mentre per i maschi, infatti, si è fermato al 12%, per le femmine, invece, è arrivato al 15,3. Su base provinciale, invece, meglio Matera di Potenza: la provincia di Matera, infatti, con il 12,8% è stata quella, nel Sud Italia, con il tasso di disoccupazione più basso, che segue un trend in decremento dal 2013, quando aveva toccato il picco del 17,85. In tre anni, dunque, la provincia ha recuperato 5 punti percentuali: sarà l’effetto Matera 2019?
Nella provincia di Potenza, invece, il tasso nel 2016 si è fermato al 13,6%, in lieve aumento rispetto all’anno precedente, quando era stato del 13,3: in ogni caso, si tratta di uno dei tassi più alti che la provincia ha fatto registrare negli ultimi 10 anni.
I dati regionali lucani, comunque, sono tra i migliori del 2016 tra le regioni del Mezzogiorno, tenuto conto che, ad esempio, in Puglia il tasso di disoccupazione è stato del 19,4%, in Campania del 20,4, in Calabria del 23,2. In tutte queste regioni, inoltre, se misuriamo la differenza rispetto al 2008, e, dunque, gli effetti prodotti dalla lunga recessione, i livelli occupazionali si mostrano ancora troppo distanti da quelli pre-crisi: l’unica regione che si colloca su valori vicini a quelli del 2008, quando la disoccupazione era all’11%, è proprio la Basilicata. Tutto bene, dunque, tenuto conto che anche lo Svimez ha sostenuto che la nostra regione guida la ripresa economica del Sud Italia?
In realtà, come sempre, i dati vanno analizzati più a fondo. In tal modo scopriamo, ad esempio, che la disoccupazione giovanile (quella che riguarda le persone al di sotto dei 24 anni), è del 34,2%: in pratica, un giovane su tre non ha un lavoro. Da qui, il passo successivo è, purtroppo, quello di abbandonare la regione per cercare fortuna altrove. Così, come una sorta di effetto domino, la popolazione lucana (anche quella lavorativa, evidentemente) diventa sempre più anziana e con meno potenzialità. In tanti, poi, scoraggiati dalla cronica carenza di posti di lavoro, rinunciano addirittura a cercarlo. Questa considerazione è confermata anche dal fatto che la popolazione attiva, vale a dire l’insieme delle persone sulle quali la regione può contare per l’esercizio e lo sviluppo delle attività economiche, è pari al 58,2%. In pratica, solo poco più della metà dei lucani costituisce la forza lavoro. Il resto è popolazione inattiva (casalinghe, pensionati, studenti, etc.). C’è da dire, poi, che l’andamento positivo è limitato sicuramente a pochi settori, tra i quali quello trainante è certamente l’automotive, che, da solo, ha dato la spinta maggiore alla nuova occupazione che si è generata nel corso dell’anno, grazie anche agli incentivi governativi che hanno spinto in tal senso.
Al di fuori di questi pochi settori, però, la Basilicata continua a lasciare poco spazio alle opportunità lavorative.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno