Il 9 febbraio scorso presso il porto di Bari l’associazione di categoria Coldiretti con una folta rappresentanza della Regione Basilicata, in difesa del grano prodotto dai coltivatori italiani e del meridione in particolare, ha organizzato una manifestazione per protestare contro l’importazione del grano da parte dei paesi del nord Europa e del centro America, alla quale erano presenti le maggiori testate giornalistiche regionali di Puglia e Basilicata. Erano presenti il direttore della Coldiretti Basilicata Francesco Manzari, il presidente regionale Piergiorgio Quarto ed in rappresentanza della Coldiretti di Pisticci il presidente Franco Vitelli ed alcuni giovani agricoltori.
Centinaia i cerealicoltori riuniti per un sit-in dinanzi al porto per denunciare l’arrivo di ingenti quantitativi di grano estero di cui non si conosce l’origine, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta ‘made in Italy’, mentre il frumento pugliese e lucano continua ad essere deprezzato. A tal riguardo, il presidente della Coldiretti di Pisticci ha affermato che attualmente si assiste alla solita routine speculativa per il tenero e alla volatilità dei prezzi del grano duro che subisce contrazioni talvolta inspiegabili, visto che il mercato comunitario quota in maniera superiore a parità di caratteristiche. Ormai siamo ai limiti dei costi di produzione con il grano pagato a circa 25 euro al quintale. Di contro al consumo non sono mai state apportate riduzioni di prezzi per pane e pasta, che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima.
Una goletta dell’associazione si è avvicinata ad una delle navi cargo ormeggiata nel porto pronta a scaricare il prodotto. Con tale forma di protesta, che ha suscitato timori eccessivi da parte delle forze di polizia che ha provveduto addirittura al ritiro dei documenti ai rappresentanti delle associazioni di categoria, si chiedono maggiori controlli del grano importato prima della sua commercializzazione e che sia riportata la provenienza dello stesso sulle etichette dei prodotti agroalimentari. In altre parole, si deve favorire il libero scambio dei prodotti agricoli, senza tuttavia compromettere la qualità del prodotto finito; inoltre, il consumatore deve essere tutelato da adeguata normativa, tutt’oggi assente a livello comunitario, disciplinante l’etichettatura che sarà applicata sul prodotto agroalimentare. Nella stessa deve essere indicata la provenienza dei prodotti primari utilizzati per la realizzazione del prodotto che sarà commercializzato per evitare che i prodotti realizzati con materia prima importata dall’estero vengano spacciati per italiani, a discapito del comparto cerealicolo e dei consumatori ignari.
Coldiretti Pisticci