Sulla poesia
- Post 20 Marzo 2018
Credo che le difficoltà che si incontrano nel definire la poesia siano le stesse che si riscontrano quando si vogliono definire i sentimenti.
Amiamo e, a volte, odiamo; proviamo simpatia e, a volte, antipatia, tuttavia trovare una definizione che spieghi esattamente l’amore, l’odio, la simpatia, l’antipatia non è cosa facile. Spesso usiamo l’espressione “a pelle” per dare voce a qualcosa che, pur appartenendoci, sfugge alla ragione. Così accade con la poesia: sebbene ci circondi e ci appartenga, essa sfugge a qualsiasi tentativo di definizione.
La poesia è la voce dell’amore e della tristezza; è la voce della speranza e della disperazione ; è la voce del sogno, dell’incanto della disillusione; è la voce del ricordo e dell’entusiasmo. La poesia è … TUTTO, ma essenzialmente condivisione.
La poesia da spazio alle parole che traducono l’emozione provata al primo appuntamento con la persona amata, la gioia che si prova nel ritrovare un vecchio amico dopo anni, il piacere infantile di rivedere il sole dopo giorni di pioggia, la delusione per il tradimento di un amico, il dolore straziante per la perdita di una persona cara e consente, a chi le ha scritte, (anche se le terrà chiuse in un cassetto) l’accesso ai momenti belli, dolorosi e tragici della sua vita, risvegliando i sentimenti da cui quelle parole nacquero.
L’uomo, “in quanto animale sociale”, ha bisogno dei suoi simili e avverte l’esigenza di comunicare il suo vissuto, di condividere i suoi progetti e i suoi sogni.
Quando una poesia piace, dopo averla sentita e/o letta, solitamente si pronuncia l’aggettivo “bella”, la poesia, dunque, non è un orpello inutile della nostra vita, perché se è vero che “la Bellezza salverà il mondo” è altrettanto vero che la poesia contribuisce alla creazione di quella Bellezza.
Giovanni Di Lena
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