Una frana da non sottovalutare. Le immagini dall'alto
- Post 15 Febbraio 2020
Á jirètə sə squàgghjə, u paìsə và u fùnnə, šcènnə na làkrəmə sòp’ à stu mùnnə. “La creta si scioglie, il paese va in fondo, come una lacrima su questo mondo”. Così recita il testo struggente di Pakkiànə (Pacchiana) di Giuseppe D’Avenia D’Andrea, ed è quello che sta accadendo e che accadrà a Pisticci se non verranno presi seri provvedimenti.
Non c’è tempo da perdere.
Ieri notizie della stampa con il sopralluogo dei vigili del fuoco, chiamati per l’accentuarsi di lesioni all’edificio di fronte la stazione di rifornimento all’ingresso del paese. Stamattina un sopralluogo più a valle di privati cittadini con il Geologo Francesco Vitelli e con l’ingegnere Michele Leone.
Il primo un tecnico, un geologo. Il secondo è un testimone e protagonista della frana del Rione Croci nell’imminenza degli eventi e nel successivo consolidamento del Paese. Entrambi hanno denunciato il problema già nel 2018.
In allegato è possibile visualizzare le immagini del 2018 (immagine 1), dove la situazione era già preoccupante. Nell’immagine n. 2 è rappresentata la situazione di stamattina. Sopra abbiamo Pisticci e sotto, cerchiato in rosso, le acque di scarico urbane, mentre sulla sinistra le frecce che segnalano questa nuova frana.
Cosa succederà quando pioverà? Cosa possiamo imparare dal passato?
Non bisognerebbe fare allarmismi, ma Pomarico, Montescaglio, Stigliano, e negli anni ‘70 Pisticci col rione Croci, sono ferite aperte e ci insegnano che si interviene quando ormai è troppo tardi.
Mettere in sicurezza quella zona, monitorare il movimento franoso e intercettare quelle acque sono le direttive su cui muoversi. Lo dicono i tecnici e lo dice il buonsenso.
Trovare le risorse e programmare gli interventi è un compito che spetta alle istituzioni in cui credo e a cui va dato il massimo sostegno, affinché possano portare queste istanze che sono di fondamentale importanza per la sicurezza del nostro abitato.
Giuseppe D'Alessandro