24Dicembre2024

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Piano paesaggistico per uscire dal fossile e tutelare ambiente, salute ed economie locali

La Basilicata è una regione ricca di acqua che alimenta le economie di 4 regioni basate sull' agroalimentare e la cultura. Inoltre la regione è già un hub per le energie rinnovabili. A cosa serve distruggere e consumare altro territorio e l'ambiente per estrarre greggio producendo tonnellate al giorno di  rifiuti per arricchire società private e multinazionali?
L’assessore regionale Pietrantuono aveva promesso l'adozione del Piano Paesaggistico regionale, soprattutto per fermare l'invasione delle trivelle, le ricerche e le estrazioni di idrocarburi, per tutelare i bacini idrici, le falde, le aree agricole e le bellezze paesaggistiche dell’intera regione.
Al termine di questa legislatura chiediamo all'assessore e alla giunta regionale di approvare il Piano Paesaggistico, soprattutto per salvare il salvabile, come atto concreto nei confronti dei lucani che auspicano un futuro diverso per questa terra, per continuare ad investire per il bene di tutta la comunità.
Le giunte presiedute dagli ex presidenti Pittella e De Filippo riconoscano i propri errori. Hanno puntato sulle fonti fossili (incompatibili ambientalmente ed economicamente con il nostro territorio), senza comprendere la grande potenzialità per le comunità delle fonti rinnovabili che sarebbero potuti diventare bene comune in una democrazia dell’energia e non speculazione del nostro territorio. Lo mostrano con chiarezza tutti i dati statistici: la Basilicata si è impoverita negli ultimi due decenni, l'occupazione è calata mentre l’emigrazione non si è mai fermata, nonostante il petrolio. Ma anche i governi nazionali non sono stati meno responsabili di quelli regionali: hanno sacrificato il nostro territorio nell'interesse nazionale.
L’illusione del petrolio ha fortemente svilito e impoverito i settori produttivi tradizionali un tempo trainanti per la nostra economia, quali l'agricoltura e il turismo, ma hanno svilito anche la nostra cultura e bellezza della nostra terra, ridotti ad una sorta di palcoscenico per colossal cinematografici e marketing dell'effimero e del virtuale.
Alcuni territori che hanno puntato invece sulle economie locali, sul turismo e sulla cultura, si guardi al materano e al metapontino, mostrano effetti positivi rispetto ad altre aree della Basilicata con economie di scala, come quello della coltivazione della fragola, che da sola occupa più di 5000 addetti: cifre che i fautori del fossile (ivi compreso certo sindacato pro - trivelle) fanno finta di non conoscere. O i dati turistici che vedono Matera con circa 450.000 presenze e la fascia jonica che raggiunge la ragguardevole cifra di oltre 1.200.000 presenze nel 2017 (dati Apt).
Aver votato a livello regionale a favore dello sblocca Italia non ha di certo migliorato la situazione sulle scelte e decisioni territoriali . Un motivo in più per programmare un futuro questa volta diverso del nostro territorio in modo eco compatibile ed eco sostenibile.

No Scorie Trisaia