25Aprile2024

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Tre anni fa il nubifragio che mise in ginocchio Marconia

Nel terzo anniversario del nubifragio che nel 2013 colpì Marconia insieme ad altri Comuni lucani e pugliesi, questa mattina la popolosa frazione pisticcese si è risvegliata sotto una pioggia consistente che fino ad ora ha fatto registrare quasi 15 mm di acqua caduti (Stazione meteo di Manuel Tristano in Contrada Pucchieta). Nulla in confronto ai dati eccezionali del 7 ottobre 2013, quando nel giro di pochissime ore caddero nella zona di Marconia circa 200 mm di pioggia, che si sommarono ai circa 50 mm caduti il giorno prima. Numeri che ci fecero parlare all'epoca di "un disastro senza precedenti" e di "evento meteorologico di portata storica".

7/10/2013: dagli allagamenti all'emergenza sanitaria
Nella cronaca di quelle ore drammatiche si susseguirono notizie di centinaia di abitazioni, scantinati, depositi e attività commerciali allagati e altrettanti interventi delle Squadre di Protezione Civile e Vigili del Fuoco, di edifici sgomberati, strade interrotte, scuole chiuse, treni fermi, aziende agricole in ginocchio, e persino il riaffioramento di una vecchia discarica in zona Lavandaio, attigua alla struttura che all'epoca ospitava il canile comunale. Nei giorni immediatamente successivi, Marconia fece anche i conti con il rischio emergenza sanitaria, determinata dall'accumulo straordinario di rifiuti conferiti presso i cassonetti da chi iniziava a sgomberare gli edifici alluvionati e a fare la conta dei danni subiti.

4 morti, 30 indagati
Le precipitazioni eccezionali del 7 ottobre 2013 provocarono anche 4 vittime tra Ginosa e Montescaglioso. Per la loro morte, a fine settembre scorso, il pm di Taranto Ida Perrone ha firmato, nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione, l'avviso di conclusione delle indagini preliminari per 30 indagati, tra dirigenti e tecnici dell'Autorità di bacino della Basilicata, della Provincia di Taranto, dei Comuni di Ginosa e Laterza, del Parco naturale terra delle gravine e dell'Acquedotto pugliese, accusati, a vario titolo, di cooperazione colposa in inondazione, disastro colposo e omicidio colposo. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero determinato una "grave alterazione del territorio e dei centri abitati con esposizione in pericolo della pubblica incolumità".

La via d'uscita

Proprio tra i territori di questi due Comuni, si svolgerà da oggi e fino al 9 ottobre il Forum "La via d'uscita" organizzato dal Comitato TerreJoniche, in collaborazione con le due Amministrazioni locali. Tre giorni fra assemblee e workshop per fare avanzare e rafforzare la vertenza "alluvioni e dissesto idrogeologico", focalizzando l'attenzione sulla necessità di riparare tutti i danni subiti dal patrimonio pubblico, di indennizzare i privati che hanno subito danni e di elaborare un piano per la prevenzione e la messa in sicurezza dei territori. Questi gli obiettivi e le richieste che verranno presentate all'assemblea pubblica in programma questa sera a Ginosa, alle ore 18.30, col quale si chiederà alla Regione Basilicata di attivare un fondo di 5 milioni di euro per gli indennizzi, oltre a stabilizzare, implementare e trasformare in fondo di rotazione per gli interventi alle famiglie in difficoltà colpiti da eventi calamitosi, quello già affidato alla Fondazione Antiusura Monsignor Cavalla; avviare il Gruppo di lavoro regionale già costituito e deliberato per la convocazione della Conferenza Regionale per la Messa in Sicurezza del territorio; avviare un percorso per la realizzazione dei Contratti di fiume e delle foci; costituire un Centro di documentazione e supporto della comunità dei fiumi lucani e pugliesi.

I risarcimenti ai privati
Qualche giorno fa, il 4 ottobre scorso, sono scaduti i termini per presentare la richiesta di risarcimento dei danni subiti durante l'alluvione del 2013. Infatti, con la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016 che attua una disposizione della Legge di Stabilità n. 208/2015, lo Stato ha messo a disposizione un contributo economico per i cittadini colpiti da calamità che si sono verificate a partire da maggio 2013. In particolare, per la Basilicata, il provvedimento adottato dal Governo ha stanziato risorse per circa 14 milioni di euro per i danni subiti dal patrimonio edilizio abitativo dei privati e dai beni mobili qui ubicati. La sensazione è che la presentazione delle domande abbia comportato molti dubbi circa i criteri e le modalità di ammissione, con tutto il carico di malumore da parte dei danneggiati per le difficoltà che l'iter sembra aver comportato.

Marika Iannuzziello